Alstom, leader globale nella mobilità intelligente e sostenibile, ha annunciato che fornirà a Ferrovie del Sud Est, società di trasporto della regione Puglia, due treni Coradia Stream H a idrogeno per sostituire gli attuali treni Diesel. Saranno i primi treni a idrogeno nella regione.

Inoltre, Ferrovie Nord Milano ha firmato il secondo contratto applicativo per due treni Coradia Stream H in aggiunta ai sei treni già ordinati, nell’ambito dell’accordo quadro, già noto, che prevede l’acquisizione di 14 treni complessivamente.
“Siamo estremamente orgogliosi di fornire i primi treni a idrogeno in Puglia e di far crescere la flotta di treni a idrogeno in Lombardia. Il know-how impareggiabile di Alstom nell’intera gamma di soluzioni di trazione green ci permette di individuare le soluzioni migliori per i nostri clienti in base alle loro esigenze specifiche. Con la fornitura di quattro treni a idrogeno alle Ferrovie del Sud Est e alle Ferrovie Nord Milano, stiamo promuovendo l’innovazione locale e la riduzione delle emissioni di CO₂. Questo non solo trasformerà il sistema di trasporto pubblico, ma creerà anche opportunità per l’economia locale” ha dichiarato Michele Viale, Amministratore Delegato di Alstom in Italia e Presidente e Amministratore Delegato di Alstom Ferroviaria.
I nuovi treni Coradia Stream H si basano sulla piattaforma di treni regionali Coradia Stream a un piano di Alstom. Progettati specificamente per il mercato europeo, sono prodotti da Alstom in Italia. Grazie all’utilizzo di idrogeno green, il Coradia Stream H non produce emissioni dirette di CO₂ durante il funzionamento e offre l’eccezionale comfort apprezzato dai passeggeri, proprio come la variante elettrica del treno. Il treno presenta numerose innovazioni aggiuntive nella conversione dell’energia pulita, nell’efficiente sistema di approvvigionamento e stoccaggio dell’energia e nella gestione intelligente dell’energia. Alstom è stato il primo operatore ferroviario a investire nei treni a idrogeno come alternativa ai treni Diesel per le linee non elettrificate.
Il Coradia Stream H è il primo treno a idrogeno arrivato in Italia, ed è giunto a Rovato (Brescia) direttamente dal circuito di prova tedesco dell’azienda, a Salzgitter (Germania). È presto per dire che comincia una nuova era per il trasporto pubblico italiano. Di certo, il convoglio ferroviario, uno dei 14 acquistati da Ferrovie Nord grazie ai finanziamenti di Regione Lombardia, anche tramite risorse PNRR, è giunto nell’impianto bresciano, che si pone come avanguardia assoluta in Italia per due motivi. Innanzitutto, si tratta del primo deposito specificatamente progettato e realizzato per la manutenzione dei treni a idrogeno. Inoltre, è il primo impianto per il rifornimento di idrogeno per i treni. Se tutto andrà bene – sono previste ulteriori prove nel sito di Rovato e in attesa delle specifiche autorizzazioni – nel 2026 assisteremo all’avvio del servizio commerciale e il via al trasporto ferroviario alimentato ad H2.
Il treno a idrogeno al centro della H2iseO Hydrogen Valley
L’arrivo del primo treno a idrogeno in Italia è il più recente capitolo di una storia che ha le sue radici nel 2020. Risale a quell’anno, infatti, l’accordo firmato da FNM e Alstom per la la fornitura a Trenord di sei treni fuel cell a idrogeno, con opzione per ulteriori otto.
L’introduzione del treno a idrogeno fa parte del progetto H2iseO Hydrogen Valley, realizzato da FNM (principale Gruppo integrato nella mobilità sostenibile in Lombardia e primo polo in Italia in grado di unire la gestione delle infrastrutture ferroviarie alla mobilità su gomma e alla gestione delle infrastrutture autostradali), Ferrovie Nord (controllata di FNM) e Trenord (joint venture di Trenitalia e FNM). Esso nasce con l’obiettivo di “decarbonizzare i servizi di trasporto pubblico e a favorire la transizione verso un sistema di trasporti più sostenibile”.
In pratica, prevede la realizzazione di tre impianti di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno verde. Uno sorgerà a Iseo e si baserà sulla tecnologia Steam Reforming con utilizzo di biometano, energia elettrica rinnovabile e cattura della CO2; gli altri due, a Brescia e a Edolo, saranno basati tecnologia a elettrolisi partendo da energia elettrica da fonte rinnovabile.
L’investimento per l’intero progetto, fa sapere FNM, è di 392,4 milioni. Di questi, 362,4 milioni di euro sono previsti per il trasporto ferroviario, mentre 30 milioni sono stanziati per la messa in esercizio di 40 autobus ad idrogeno in sostituzione dell’intera flotta oggi utilizzata da FNM Autoservizi in Valcamonica.

Il treno è progettato e prodotto negli stabilimenti Alstom in Italia, con lo stabilimento di Savigliano per lo sviluppo, la certificazione, la produzione e il collaudo, lo stabilimento di Vado Ligure per l’allestimento della “power car” in cui è installata la parte tecnologicamente innovativa legata all’idrogeno, lo stabilimento di Sesto San Giovanni per i componenti e lo stabilimento di Bologna per lo sviluppo del sistema di segnalamento.
In pratica, prevede la realizzazione di tre impianti di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno verde. Uno sorgerà a Iseo e si baserà sulla tecnologia Steam Reforming con utilizzo di biometano, energia elettrica rinnovabile e cattura della CO2; gli altri due, a Brescia e a Edolo, saranno basati tecnologia a elettrolisi partendo da energia elettrica da fonte rinnovabile.
L’investimento per l’intero progetto, fa sapere FNM, è di 392,4 milioni. Di questi, 362,4 milioni di euro sono previsti per il trasporto ferroviario, mentre 30 milioni sono stanziati per la messa in esercizio di 40 autobus ad idrogeno in sostituzione dell’intera flotta oggi utilizzata da FNM Autoservizi in Valcamonica.

Il treno Coradia Steam H impiega l’idrogeno per generare elettricità. L’idrogeno non è una fonte energetica ma un vettore energetico, ovvero un composto in grado di veicolare l’energia da una forma a un’altra. Nel caso dell’idrogeno, può immagazzinarne e fornirne grandi quantità senza produrre emissioni di anidride carbonica.
L’energia è prodotta nella carrozza intermedia, che ospita la power car: qui l’idrogeno, immagazzinato, si combina con l’ossigeno dell’aria presente nelle fuel cells (celle a combustibile) generando elettricità. Le batterie agli ioni di litio ad alte prestazioni accumulano l’energia utilizzata durante l’accelerazione per supportare le celle a combustibile.
Un sistema di energy management ottimizza il consumo del carburante. “Le batterie, infatti, vengono caricate sia dalla produzione a idrogeno delle fuel cell sia dalla frenatura elettrodinamica del macchinista, che consente di non disperdere energia in frenata”, ha spiegato Susanna Boitano, di Alstom, che si è occupata della parte software che gestisce al meglio il processo di ricarica delle batterie.






