GR.A.N.D. Academy

GR.A.N.D. Academy

Green Academy for the New Deal

In Italia è nata la GR.A.N.D, un’ Academy di esperti internazionali delle tecnologie e delle pratiche virtuose del Green New Deal sulla scorta dell’esperienza internazionale realizzata da Jeremy Rifkin con la creazione del Third Industrial Revolution Global Consulting Group, una squadra di esperti dedicati alla missione di elaborare dei Master Plan di Terza Rivoluzione industriale per la decarbonizzazione del Territorio e la diffusione della Sharing Economy, che ha elaborato i Master Plan a San Antonio Texas, Stato di New York, Monaco, Utrecht, Roma Capitale, Alta Francia, Regione metropolitana di Rotterdam e L’Aja, Lussemburgo, ed ha attualmente in corso di pianificazione per la regione di Bratislava e le Fiandre, anche in Italia è stato costituito un Gruppo di Esperti per la Terza Rivoluzione Industriale (TIGER).

La GRAND, che è coordinata per gli aspetti organizzativi dal dottor Marco Sambati, e per quelli finanziari dal dottor Roberto Sgambati, si renderà disponibile per amministrazioni virtuose ed aziende che vogliano accelerare la transizione verso la Terza Rivoluzione Industriale e quel Green New Deal delineato da Jeremy Rifkin nel suo ultimo libro, come il processo in grado di garantire la transizione rapida e efficace verso un futuro sostenibile e equo.

 
 
Il Green New Deal è stato indicato come strategia fondante della Commissione Europea dalla sua nuova presidente ursula von der Leyen nel suo discorso inaugurale e nella introduzione alla strategia della nuova Commissione il giorno 11 dicembre 2019 al Parlamento Europeo quando la Presidente paragonò il Green New Deal per l’europa a quello che ha rappresentato, in quanto sfida epocale, l’uomo sulla luna per gli USA. Si tratt infatti di pianificare e mettere a regime un nuovo modello economico in grado di approfittare della maggiore efficienza e dei più bassi costi marginali dell’energia rinnovabile, dell’economia circolare, della economia della condivisione e della manifattura digitale con sistemi additivi, per creare una nuova dinamica di sviluppo ad altissima intensità occupazionale.
 
 

La GRAND aiuterà gli enti locali, le aziende, le associazioni di impresa, di Istituti di Credito, di Università e enti di ricerca a elaborare speditamente piani territoriali per un Green New Deal ispirato alla visione espressa da Jeremy Rifkin nel suo più recente lavoro, il Green New Deal Globale.

Il Green New Deal implica profonde trasformazioni economico sociali che non si limitano alla sola transizione energetica e alla lotta al cambiamento climatico ma comportano anche una nova strategia di crescita economica e occupazionale e la redistribuzione della ricchezza. Sulla base delle proposte formulate dalla Commissione Europea con la sua Comunicazione COM (2019) 640 – The European Green Deal, è possibile ipotizzare otto linee principali su cui strutturare un ambizioso piano di azione per trasformare il territorio e la società:

1 Obiettivi climatici ambiziosi;

2 Sovranità energetica con approvvigionamento da fonti sicure, pulite ed economiche;

3 Economia circolare nella produzione e nei consumistici;

4 Efficientamento energetico e materiale nell’edilizia;

5 Risanamento dell’ambiente e bonifiche dei territori inquinati;

6 Protezione degli ecosistemi e della bio diversità;

7 Promozione di una agricoltura sana, post carbon, di filiera corta per la sovranità alimentare;

8 Accelerazione verso una mobilità sostenibile elettrica e a idrogeno da fonti rinnovabili;

Ognuno di questi settori deve presuppone un approccio sistemico basato su quattro elementi trasversali, interconnessi e interdipendenti per accelerare la transizione verso un nuovo modello economico economico sostenibile e giusto. I quattro elementi, identificati da Jeremy Rifkin nel suo ultimo lavoro, “IL GREEN NEW DEAL GLOBALE” e ripresi nella sistematica della Comunicazione della Commissione, sono

1) FINANZIAMENTO DELLE TECNOLOGIE DEL GREEN NEW DEAL

2) COINVOLGIMENTO SOCIETÀ CIVILE

3) RICERCA E SVILUPPO E FISSAZIONE NUOVI STANDARD

4) PARTNERSHIP INTERNAZIONALE

Vediamo questi elementi più in dettaglio:

1) IL FINANZIAMENTO DELLE TECNOLOGIE DEL GREEN NEW DEAL

Si devono prendere in considerazione tutti gli strumenti finanziari e le leve fiscali utilizzabili per promuovere la transizione energetica dal fossile alle rinnovabili e quindi:

– applicazione di una carbon tax commisurata alla entità dei danni prodotti dalle emissioni e dalle polveri:

– eliminazione rapida e non graduale di tutti gli incentivi alle fonti fossili (18,8 miliardi l’anno solo in Italia secondo l’ultimo rapporto di LEGAMBIENTE VEDASI: https://www.legambiente.it/stop-sussidi-alle-fonti-fossili/);

– il finanziamento da parte dello stato della digitalizzazione della rete elettrica (smart grids);

– incentivi per la diffusione quanto più rapida e estesa possibile delle rinnovabili sia nella società che nelle aziende energivore (come ad esempio i grandi server informatici);

– incentivi a sistemi di accumulo e continuità per le rinnovabili a produzione intermittente (batterie, idrogeno, sistemi idrici etc);

– incentivi alla mobilità elettrica sostenibile da fonti rinnovabili e ai sistemi di ricarica;

– il finanziamento di operazioni di assetto idrogeologico e delle attività di soccorso per catastrofi climatiche dovrebbe essere finanziato trasferendovi risorse da spese militari ormai inutili e obsolete;

– Va studiata anche la progressiva istituzione di Green Banks e l’emissione di bot verdi (green bonds);

– incentivi per promuovere piani intesi a eliminare gradualmente tutta la petrolchimica dai processi produttivi in agricoltura, dai fertilizzanti ai carburanti per trattori in modo da arrivare ad una agricoltura 100% biologica entro il 2040;

– introduzione di sistemi atti a permettere la riforestazione, combattere la desertificazione e introdurre tecniche di “CARBON FARMING” e per rendere l’agricoltura resiliente ai fenomeni climatici estremi, tipo alluvioni, uragani ma anche siccità;

– incoraggiamento dell’introduzione di processi produttivi “circolari” e non “lineari” in tutte le catene di approvvigionamento e trasformazione, di sistemi di incoraggiamento della riprogettazione di prodotti in vista di un allungamento del loro ciclo di vita, di attività virtuose di riuso e risparmio oltre che di riciclo di filiera corta locale, anche attraverso adeguati sistemi di incentivazione e disincentivazione, facendo ricorso a nuovi strumenti operativi digitali quali circuiti di attribuzione di valore all’usato e alla materia di riciclo attraverso sistemi di blockchain:

– promozione di nuovi modelli di consumo con ricordo al vuoto a rendere e alla riutilizzabilità di recipienti e contenitori da imballaggio commerciale e scoraggiamento di pratiche di obsolescenza programmata e di modelli consumistici orientati allo spreco.

2) COINVOLGIMENTO DELLA SOCIETÀ CIVILE E DEI LAVORATORI NEL GREEN NEW DEAL E COMUNICAZIONE DEI NUOVI MODELLI ECONOMICI AL PUBBLICO

La trasformazione economica e sociale del Green New Deal è talmente radicale che non può essere calata dall’alto ma deve provenire dal basso con il coinvolgimento delle le associazioni del volontariato e della società civile nelle attività collaterali al finanziamento delle tecnologie green sia sensibilizzando i lavoratori sull’impiego dei loro fondi pensione, nonché i sistemi di compensazione economica dei territori e delle popolazioni dipendenti da attività fossili e estrattive (tipo carbone, petrolio etc). Anche il ruolo delle comunità locali va ripensato in quest’ottica, fornendo loro gli strumenti per intervenire sulle di sofferenza economica, sociale e climatica locale e anche per creare le nuove figure professionali del Green New Deal attraverso adeguate strategie formative sul territorio e in vari enti scolastici e para scolastici. Il reddito proveniente dalla tassazione delle imprese fossili dovrebbe andare a vantaggio di fasce deboli della popolazione, e essere impiegato per il contrasto della povertà energetica e della povertà sociale tout court. Bisognerà anche studiare adeguate campagne di comunicazione per coinvolgere la cittadinanza e creare le consapevolezze nuove perchè si modificano in senso favorevole al Green New Deal i comportamenti di cittadini e consumatori. Per raggiungere questi scopi, la Commissione Europea propone un CLIMATE PACT.

3) RIORIENTAMENTO DELLA RICERCA E DEGLI STANDARD PER L’INTRODUZIONE DELLA NUOVA INFRASTRUTTURA SOLARE DIGITALE.

Bisogna studiare come ri-orientare la ricerca energetica (tenendo presente che la quasi totalità dei fondi di ricerca ad oggi è stata assorbita dal fossile e dal nucleare) verso le nuove tecnologie energetiche smart di fonte solare, e agevolarne e facilitarne il più possibile l’introduzione rapida sul territorio di nuove infrastrutture solari intelligenti post carbon e digitali. A tale riguardo specialmente per l’Italia c’è da analizzare l’insieme delle regole autorizzative per impianti energetici anche alla luce delle direttive europee in fase di trasposizione del cosiddetto pacchetto “clean energy for all Europeans” e anche la annunciata “European climate law” che fa parte del pacchetto di provvedimenti del Green Deal, analizzando come rimuovere gli ostacoli posti alle rinnovabili in controtendenza rispetto alle suddette direttive europee, e i trattamenti di favore verso le fonti fossili (ad esempio il cosiddetto decreto “Sblocca Italia”).

4) LA PARTNERSHIP INTERNAZIONALE PER IL GREEN NEW DEAL.

Sarà necessario anche studiare nuove strategie internazionali per accelerare le partnership per il green new deal su base sovranazionale (soprattutto in relazione ai rapporti Europa, Cina, USA), per consentire l’interconnessione fra reti e l’interoperabilità fra tutti i sistemi di produzione, e gestione dell’energia, dei trasporti e dell’informazione a tutti i livelli. L’Unione Europea ha dimostrato una grande capacità di leadership a livello mondiale per preservare il clima e la biodiversità. Con il Green New Deal riprende questa capacità di leadership a livello globale in primis con USA e Cina.

L’Academy per il Green New Deal si ripropone di aiutare gli enti locali, le autorità preposte e gli operatori di ogni settore a introdurre tutti gli elementi del piano europeo per il Green Deal a livello territoriale tramite il contributo di esperti per ognuno dei settori di cui sopra, sia di provenienza accademica, soprattutto in collaborazione con la Sapienza, che dal mondo professionale.

Come insegna Rifkin, nella Terza Rivoluzione Industriale cambiano totalmente i paradigmi della pianificazione economica che non sono più ispirati alla pura logica del profitto del capitalismo finanziario tradizionale, ma piuttosto a una economia sociale di mercato nella quale emergono nuove figure professionali (da noi ancora inesistenti)

che danno vita a quello che Rifkin chiama il Commons collaborativo.

Qualunque amministrazione pubblica che voglia avviarsi su quest percorso virtuoso dovrà necessariamente ripensare la sua organizzazione interna e la sua governance adattandosi ai nuovi obiettivi TRI. Ad esempio, come è stato fatto nel Nord Europa in applicazione dei Master Plan locali, creare delle strutture interdipartimentali  superando l’obsoleta ripartizione fra attività produttive, ambiente, agricoltura , energia etc. ad esempio creando assessorati o dipartimenti nuovi  per:

Transizione energetica  e edecarbonizzazione (che provveda alla creazione delle comunità dell’energia e alla introduzione del modello energetico rinnovabile distribuito)

Economia Circolare (che provveda alla realizzazione dell’intera filiera del riciclo a livello locale, le banche del riuso, i distretti manifatturieri additivi, il compostaggio sociale, l’eliminazione delgi imballaggi a perdere etc.

La Sovranità alimentare e la filiera corta (che provveda al incoraggare i prodotti di filiera corta locale, a diffondere la vendita diretta tramite GAS e anche tramite la diffusione di piccoli esercizi etc)

Queste nuove figure professionali ineriscono a nuovi metodi di produzione industriale additiva e leggera piuttosto differente dalla obsoleta industria pesante sottrattiva e dissipativa, nuovi servizi legati alla economia verde e alla sharing economy, nuove catene del valore miranti più alla creazione di capitale sociale che di capitale finanziario, nuove intermodalità di trasporto sostenibile, nuovi criteri abitativi e nuove forme di comunicazione legate alla sensoristica e all’internet delle cose.

Presidente Angelo Consoli

Direttore Marco Sambati

Coordinatore Generale Antonio Rancati

Hydrogen School prof. Livio de Santoli 

Partnership Professione Finanza