Le proteste degli agricoltori europei non sono a tutela dei loro privilegi come si cerca di far credere da parte di alcuni commentatori intrisi di ultra liberismo e non sono affatto contro il Green Deal europeo, ma sono contro una visione del mondo iper-consumistica e ispirata alla logica del profitto delle grandi multinazionali, nell’industria come nell’agricoltura. L’Europa ha sempre sostenuto il suo settore agricolo con quella che è comunemente conosciuta come PAC (o Politica Agricola Comune), che è arrivata ad assorbire fino al 50 percento del bilancio comunitario e che ancora ne assorbe il 25 percento. Non si tratta di protezionismo ma dell’affermazione di una visione del mondo e dell’economia in cui non si può ammettere che contadini cinesi o sud americani lavorino per due euro al giorno in modo da permettere un mercato delle risorse agricole a prezzi ridicoli monopolizzato dalle multinazionali dell’agricoltura. Sostengo pienamente l’analisi del leader dei Verdi Angelo Bonelli (pubblicata a fondo pagina), e spero che le forze politiche responsabili, specialmente quelle che si definiscono di sinistra, non abbandonino i propri agricoltori in nome di una malinteso concezione del mercato rassegnata a pagare i lavoratori una miseria rasentando lo schiavismo, e a immettere sul mercato prodotti della terra a prezzi ridicoli rassegnandosi a vedere uno spreco di risorse alimentari ormai superiore al 50 % della produzione come sempre sostenuto anche da Carlo Petrini, presidente dello Slow Food International e membro del nostro comitato scientifico.
A proposito del Green Deal, il CETRI-TIRES si associa alla valutazione delle associazioni della coalizione #CambiamoAgricoltura che hanno espresso profondo dissenso verso chi strumentalizza le proteste degli agricoltori per attaccare gli obiettivi e gli impegni previsti dalle strategie del Green deal europeo, in particolare la strategia Farm to Fork e la strategia Biodiversità 2030. Tanto più che, sottolineano, queste politiche sono state di fatto sabotate dalle ultime decisioni delle Istituzioni europee: “Il voto contrario del Parlamento europeo sul Regolamento Sur per la riduzione dell’uso dei pesticidi, l’eliminazione degli allevamenti bovini dalla normativa europea sulle emissioni industriali, la liberalizzazione dei nuovi ogm, l’indebolimento del Regolamento europeo sul ripristino della natura per le aree agricole e infine la decisione della Commissione Ue di rinnovare l’uso del glifosato per altri dieci anni, sono decisioni che hanno ridotto gli obiettivi delle strategie del Green deal a mere enunciazioni di principio, senza alcuna concreta attuazione nel settore primario dell’agricoltura e della zootecnia”.
Quindi ci vogliono più politiche Green e non meno, come affermano i partiti di estrema destra sempre pronti a strumentalizzare ogni protesta! In conclusione, concordiamo con Carlo Petrini che “Gli obiettivi del Green Deal non sono la causa, ma la soluzione alle proteste degli agricoltori”, di cui consigliamo a la lettura a questo link: Slow Food con agricoltori e green deal.
Angelo Consoli, presidente Cetri-Tires – 2 febbraio 2024
PERCHÉ IN EUROPA DILAGANO LE PROTESTE DEGLI AGRICOLTORI E COSA C’ENTRA IL GREEN DEAL di CARLO PETRINI – 26 GENNAIO 2024
Quali sono i motivi che spingono gli agricoltori a protestare e fino a che punto dipendono dalle politiche ambientali europee?
- In molti paesi europei da settimane si assiste alle proteste degli agricoltori contro le politiche nazionali ed europee.
- I produttori agricoli manifestano contro i costi crescenti di carburante e sostanze chimiche, i tagli ai sussidi e la burocrazia.
- Per la coalizione Cambiamo Agricoltura, il malcontento non deve essere associato alle politiche ambientali che, al contrario, rappresentano parte della soluzione.
Da diverse settimane le proteste degli agricoltori stanno agitando l’Europa. Manifestazioni si registrano in diversi Paesi con i produttori agricoli che protestano contro le politiche nazionali ed europee. In un momento difficile per il settore, in cui la produttività agricola e il reddito degli agricoltori sono sempre più messi a rischio dall’aumento dei costi di carburanti e dei prodotti chimici, dai cambiamenti climatici e dai conflitti in corso, i produttori lamentano la distanza dei decisori politici dalla realtà del contesto geopolitico, climatico ed economico che sta minando le aziende agricole… continua la lettura >>> www.slowfoodvalliorobiche.it/perche-in-europa-dilagano-le-proteste-degli-agricoltori-w-cosa-centra-il-green-deal/
PROTESTE AGRICOLTORI, ANGELO BONELLI (EUROPA VERDE): “COLDIRETTI? BRACCIO DESTRO DEL GOVERNO MELONI. ATTRIBUISCONO RESPONSABILITÀ AL GREEN DEAL QUANDO INVECE NON HANNO TUTELATO I PICCOLI AGRICOLTORI”
“La Coldiretti dice così perché le proteste da parte degli agricoltori sono un atto d’accusa nei suoi confronti. Il Green Deal non c’entra assolutamente niente perché è uno strumento che non è stato per nulla applicato. La crisi dell’agricoltura viene da lontano. In 10 anni hanno chiuso mezzo milione di aziende agricole, i piccoli agricoltori sono stati messi in ginocchio dalla grande distribuzione che ha fatto cartello prendendo prodotti agricoli dall’estero a basso costo e imponendo ai piccoli agricoltori prezzi bassissimi. Sono indignato da questo comportamento menzognero della Coldiretti, sanno benissimo che mentono”.
Così ha dichiarato Angelo Bonelli, deputato di Europa Verde – Alleanza Verdi Sinistra, durante la trasmissione di Radio Cusano “L’Italia s’è desta” in merito alle accuse rivolte al Green Deal da parte della Coldiretti.
“Il Governo Meloni, di cui la Coldiretti ne è diventato di fatto il braccio destro, ha aumentato la tassazione sugli agricoltori e la Coldiretti non ha detto assolutamente nulla”, ha proseguito Bonelli. “Hanno levato l’esenzione della tassazione Irpef sui redditi agrari dei terreni degli agricoltori, hanno levato la detassazione sui contributi degli agricoltori under 40, e la Coldiretti è stata in silenzio. Dare la colpa alla transizione ecologica, quando la siccità nel nostro paese solo nel 2022 ha provocato danni per 6miliardi di euro, è un modo veramente indecente di raccontare la realtà dei fatti”.
Sulla paura di alcuni agricoltori riguardo l’utilizzo dei terreni agricoli per la realizzazione delle pale eoliche, Bonelli ha voluto chiarire: “Questa norma si trova dentro la PAC, la riforma agricola dell’UE approvata il 23 novembre del 2021 da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Partito Democratico. Noi abbiamo votato contro quella riforma che sostiene le grandi multinazionali a discapito dei piccoli agricoltori”, ha sottolineato il deputato di Europa Verde – Alleanza Verdi e Sinistra. “Le pale eoliche comunque non c’entrano nulla. Abbiamo terreni che sono ormai incolti non per volontà dell’UE, che ha sbagliato una politica che noi infatti non abbiamo votato, ma a causa della desertificazione che sta rendendo incoltivabili decine e decine di migliaia di ettari. In Sicilia la desertificazione ha raggiunto punte di 50-55%”.
E sempre sulle accuse rivolte dalla Coldiretti, Bonelli ha continuato dicendo: “È tutta un’operazione propagandistica per nascondere il fallimento delle maggiori organizzazioni sindacali nel nostro paese che non hanno saputo tutelare i piccoli agricoltori. Oggi si producono finocchi a 0,15/0,18€ al Kg e la grande distribuzione per questi offre loro la stessa cifra, se non di meno. Ci sono agricoltori che a un certo punto devono decidere se raccogliere o distruggere. Poi vai al supermercato e vedi limoni provenienti dal Sud Africa, quando i nostri sono splendidi”, ha ribadito. “Lo stesso vale per le arance albanesi o l’olio tunisino. Hanno la faccia tosta di dare la responsabilità al Green Deal quando le organizzazioni sindacali, che hanno la responsabilità, non hanno tutelato i piccoli agricoltori e si sono schierati con la grande industria agricola”.
E infine Bonelli sulla protesta degli agricoltori: “Hanno perfettamente ragione perché l’agricoltura, specialmente i piccoli agricoltori, sono un presidio di tutela della biodiversità e di quei prodotti tipici che hanno rappresentato la storia del nostro paese. Le proteste sociali, anche quelle dei giovani sul clima, non vanno represse dalla polizia o con la detenzione, a differenza di quello che dice il decreto Salvini per chi blocca le strade. Gli agricoltori protestano giustamente, bisogna ascoltarli e capire insieme quali soluzioni trovare dal punto di vista legislativo dando delle risposte”, ha concluso Angelo Bonelli.
Fonte Ufficio Stampa Cusano – 2 febbraio 2024
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